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Perché si fuma? Perché non si riesce a smettere?

La dipendenza tabagica dipende da due cause interdipendenti: la farmacologica e la psicologica.

La dipendenza farmacologica è data dalle sostanze chimiche che compongono il fumo di sigaretta e dalle aree cerebrali che ne sono coinvolte. Il fumo di sigaretta, una sorta di aerosol eterogeneo, contiene più di 4000 sostanze chimiche, molte delle quali cancerogene. Tra le più nocive, la nicotina è un potente alcaloide velenoso, una sostanza psicoattiva che produce assuefazione e dipendenza. Anche se non è una sostanza propriamente cancerogena, una volta assunta, si trasforma e genera ammine cancerogene che si depositano nell’encefalo, nei polmoni, nella milza e nel fegato.

A livello encefalico la nicotina si aggancia ai recettori gangliari, neuromuscolari e centrali, e rilascia sostanze quali l’acetilcolina, la dopamina, la noradrenalina, la serotonina, la vasopressina e la corticotropina. Per effetto di queste sostanze il fumatore avverte immediate sensazioni di benessere, aumenta le performance cognitive, migliora la capacità di concentrazione, ha meno fame e riesce a modulare meglio l’intero sistema emozionale.

Strettamente collegati alle componenti farmacodinamiche della nicotina sono gli aspetti psicologici della dipendenza tabagica, che sono al tempo stesso causa e/o conseguenza del bisogno di fumare.

Aspetti caratteriali, personologici e stili di attaccamento sono fattori che possono predisporre alla dipendenza da sigaretta, oltre a rendere difficile la sua completa e totale eliminazione.

La maggior parte delle persone inizia a fumare per motivi di accettazione sociale. È un fenomeno diffuso in particolare tra gli adolescenti per desiderio di trasgressione, di ribellione e di emancipazione. Il bisogno di fumare, soprattutto presso i più giovani, tradisce l’esigenza di apparire disinvolti, sicuri e disinibiti: tutti elementi psicologici che spingono in direzione del circolo vizioso messo in moto dalla dipendenza farmacologica di cui abbiamo parlato.

Nel fumatore sorge infatti un automatismo di carattere ipnotico: estrarre la sigaretta dal pacchetto, portarla alla bocca, accenderla e così via sono gesti automatici, compiuti con movimenti ritmici, in modo quasi meccanico, soprattutto quando siamo concentrati a fare altro (una lettura, una conversazione) o siamo immersi nei nostri pensieri.

La sigaretta è inoltre un potente stimolo associativo-sensoriale, in grado di produrre riflessi condizionati e notevoli effetti di rinforzo. La sensazione piacevole che produce una sigaretta non deriva solo dall’aroma e dal sapore del tabacco, ma anche da fattori ritualistici, determinati dal contatto tattile-orale con la sigaretta, nonché da fattori contestuali-situazionali.

Le sigarette accompagnano le abitudini che scandiscono il ritmo della giornata e si finisce per non poterne più fare a meno: si fuma appena alzati dal letto, nervosamente prima di una prova o durante l’attesa di una risposta importante; si fuma per reprimere la rabbia, dopo aver superato un esame difficile, quando ci si siede alla scrivania per lavorare, mentre si legge o prima di andare a letto.

Compagna insostituibile per trovare la forza di affrontare momenti difficili e gravosi, la sigaretta è anche un simbolo, talvolta un vero e proprio aggregatore sociale.

Smettere grazie all’ipnosi

Intervenire terapeuticamente sulla dipendenza tabagica, come d’altronde per ogni altra forma di dipendenza, richiede un’accurata analisi del fenomeno ed una attenta osservazione personologica ed eventualmente psicopatologica.
Spesso la dipendenza tabagica è infatti il segnale di un disagio più profondo di carattere esistenziale e psicologico.

Numerose ricerche cliniche hanno dimostrato che l’intervento con l’ipnosi è uno strumento particolarmente valido nella risoluzione della dipendenza tabagica. Studi recenti calcolano un tasso di successo pari all’80% nell’arco di un percorso terapeutico che va dalle 5 alle 10 sedute (o, se si opta per una terapia d’urto, nel corso di una o due sedute).

Nei casi più difficili, in cui la dipendenza tabagica è correlata a uno spettro psicopatologico più profondo e strutturato, le tecniche ipnotiche permettono di ottenere una notevole riduzione delle sigarette giornaliere fumate e di sottrarre il soggetto dal rischio di gravi patologie fumo-correlate.

Associata alle prescrizioni comportamentali proprie della terapia strategica breve, l’ipnosi favorisce in tempi brevi la disintossicazione dalla nicotina, il decondizionamento delle associazioni tattili-orali e comportamentali indotte dalla sigaretta; facilita inoltre il processo di cambiamento delle abitudini e l’attuazione di strategie preventive contro le ricadute.

Infine, il programma terapeutico può prevedere l’aggiunta di un intervento fisiologico, allo scopo di indurre condotte di vita più salutari, come l’esercizio fisico quotidiano, e l’apprendimento dell’autoipnosi, che nei momenti critici offre un valido supporto contro la tentazione di ricorrere alla pratica compensatoria della sigaretta.

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