‘Dal punto di vista psicoterapeutico la nuova ipnosi, che si fonda su una concezione naturalistica dello stato di trance, non propone più l’ipnotista come figura autoritaria e carismatica che applica artificialmente procedure ritualistiche, ma si impegna soprattutto a riconoscere e rispettare le caratteristiche del soggetto. Quest’ultimo non assume un ruolo passivo e sottomesso, ma diviene protagonista attivo del processo induttivo al quale prende parte. La trance è un’esperienza relazionale naturale e fisiologica, quotidiana piuttosto che straordinaria, capace di mobilitare e rendere utilizzabili capacità e risorse che sembravano inaccessibili”.
Camillo Loriedo

L’ipnosi è una modificazione dello stato di coscienza caratterizzata da un notevole assorbimento dell’attenzione verso le attività, le sensazioni e le emozioni più profonde del paziente.
Questo stato promuove un processo morbido di autoanalisi suscitando l’emersione di significati, più o meno inconsapevoli, relativi a tutti quegli eventi che non riescono a essere risolti con una normale attività consapevole della coscienza.
Secondo Milton H. Erickson, promotore della cosiddetta nuova ipnosi, la trance, o stato ipnotico, è quella condizione/dimensione in cui l’apprendimento e la propensione al cambiamento hanno maggiore probabilità di verificarsi, in quanto è proprio in questo stato che opera l’attivazione di tutte le risorse più profonde ed inconsce di ciascuno di noi.
L’inconscio è non solo il luogo nel quale sono depositate tutte le esperienze di vita, presenti e passate, e le attuali aspettative di futuro, ma anche un ambito che racchiude simbolicamente tutte le straordinarie capacità insite in ciascun essere umano. Il lavoro di terapia ipnotica si configura quindi come uno spazio co-costruito dall’inconscio della persona che chiede aiuto, da quello del terapeuta e dalla relazione che intercorre tra di loro.

Secondo il modello dell’ipnositerapia ericksoniana lo stato ipnotico è una condizione naturale, che noi sperimentiamo nella vita di tutti giorni, per esempio quando sogniamo ad occhi aperti, quando fissiamo il volto della persona che ci parla, quando cantiamo, corriamo, facciamo l’amore, quando siamo intenti a preparare il pranzo per un’occasione speciale, quando guidiamo o ancora quando culliamo il nostro bambino per farlo addormentare, ripetendo suoni, movimenti e parole. Durante questo stato di trance naturale e spontanea, il nostro processo di pensiero cosciente è transitoriamente sospeso a vantaggio di un lavoro onirico, immaginativo, inconscio di cui non siamo consapevoli, o lo siamo solo in parte.

L’ipnosi come processo terapeutico

Hypnos in greco significa “sonno”.
È per questo motivo che molti autori parlano di veglia paradossale quando spiegano questo stato di coscienza alterato che è l’ipnosi. Infatti, anche se durante lo stato ipnotico il soggetto sembra dormire, in realtà non è né addormentato né sveglio, ma si trova in una sorta di via di mezzo, un luogo dove nulla è impossibile: attingendo alle risorse personali di cui non sempre è consapevole, egli sarà in grado di agire dove la volontà, nello stato cosciente, è impotente.
Durante lo stato ipnotico il soggetto attraversa diversi livelli di trance, dalla vigilanza limitata alla vigilanza aumentata. Il passaggio da un livello all’altro è indotto dal terapeuta attraverso precise tecniche dette d’induzione, come la tecnica della confusione e la focalizzazione su una parte del corpo.

Secondo il modello della nuova ipnosi la trance è un’esperienza relazionale naturale e fisiologica, capace di trattare efficacemente vari disturbi e malattie psicosomatiche.
Con l’aiuto del terapeuta, il soggetto partecipa attivamente al processo induttivo, mobilitando le proprie risorse e rielaborando gli eventi traumatici in una perspettiva rinnovata e adulta.


Aspetti clinici e risvolti terapeutici

L’induzione di una trance ipnotica è attuata attraverso procedure più o meno standardizzate, favorite e determinate dall’abilità del terapeuta, dalla predisposizione della persona e dal clima di fiducia che si instaura tra i due attori del processo terapeutico.
I campi in cui viene utilizzata questa nobile ed efficace arte terapeutica sono i più numerosi e disparati, e vanno da quelli propri della medicina clinica a quelli della psicoterapia:

  • Trattamento dei pazienti odontoiatrici (ortodonzia)
  • Disturbi funzionali gastrointestinali
  • Disturbi dell’apparato respiratorio
  • Controllo del dolore, sia come una riduzione dello stesso che come vera e propria forma di anestesia
  • Preparazione alla gravidanza e al parto
  • Disturbi collocabili della sfera psicosomatica
  • Disturbi dell’umore
  • Disturbi d’ansia
  • Fobie
  • Disturbi del comportamento alimentare
  • Dipendenze da sostanze e comportamentali
  • Disassuefazione tabagica
  • Disturbi della sfera sessuale
  • Forme di blocco, crisi e difficoltà esistenziali
  • Trattamento integrato dei disturbi di personalità.

Quest’elenco è esemplificativo e niente affatto esaustivo, in quanto lo strumento ipnotico è un eccellente ausilio, all’interno di una terapia di più ampio raggio, per lo scioglimento e la risoluzione dei blocchi profondi e dei sintomi più o meno invalidanti che possono emergere nel corso della terapia, o anche semplicemente un momento di approfondimento apportatore di una consapevolezza profonda, equilibrata e funzionale della propria persona.

Definire cosa sia l’ipnosi è un compito assai difficile. Assai difficile è anche definire, come alcuni teorici ritengono, se l’ipnosi sia una vera e propria forma di terapia oppure uno strumento terapeutico da inserire in un progetto clinico più strutturato, che prevede l’utilizzo di una più vasta gamma di strumenti d’intervento. L’unica cosa certa è che il ricorso all’ipnosi, e all’ipnoterapia, migliora gli effetti terapeutici e benefici quando viene inserita all’interno di un più ampio processo d’intervento, migliorando sensibilmente i risultati del trattamento.

Una definizione ampiamente utilizzata, per dirimere le controversie metodologico-concettuali che si sono sviluppate negli ultimi anni, è quella proposta dalla sezione 30 dell’American Psychological Association, la Society of Psychological Hypnosis:

L’ipnosi è una procedura durante la quale un professionista della salute suggerisce ad un paziente, di sperimentare dei cambiamenti nelle sensazioni, nelle percezioni, nei pensieri o nel comportamento. Il processo ipnotico è generalmente stabilito con una procedura d’induzione. Benché vi siano diverse induzioni ipnotiche, la maggior parte induce induzioni di rilassamento, benessere e calma. Sono comunemente incluse nelle induzioni ipnotiche anche delle istruzioni di immaginare o pensare esperienze piacevoli.

Le persone rispondono all’ipnosi in modi differenti. Alcuni descrivono l’ipnosi come uno stato alterato di coscienza. Altri descrivono l’ipnosi come uno stato normale di attenzione focalizzata, in cui essi si sentono molto calmi e rilassati. A prescindere da come e in che grado rispondono, la maggior parte delle persone descrivono l’esperienza come molto piacevole. (Kirsch, 1994)

  1. Haley, psicoterapeuta e studioso che ha contribuito alla diffusione delle metodiche psicoterapeutiche ed ipnoterapeutiche di M. Erickson, ha dato un’interessante definizione del concetto di ipnosi e terapia ipnotica, collocandola in maniera definitiva nel campo della medicina e della psicologia clinica:

 La professione dell’ipnoterapeuta è una professione unica, nel senso che l’ipnoterapeuta possiede solo se stesso come strumento di lavoro. Può sostenere la sua posizione con un studio, la sua scrivania, il suo lettino, le teorie ed anche il consiglio dei colleghi, ma quando poi si trova da solo con il suo paziente, egli può solo usare la sua voce, il suo modo di fare e le sue idee. Qualunque cosa si possa dire sul metodo, la psicoterapia ipnotica rimane un’arte. (Haley, 1964)

Dunque, l’ipnosi non è altro che una modificazione dello stato di coscienza spesso caratterizzata da un notevole assorbimento dell’attenzione verso le attività, le sensazioni ed emozioni più profonde del paziente: questo stato promuove un processo morbido di autoanalisi suscitando l’emersione di significati, più o meno inconsapevoli, per tutti quegli eventi che non riescono ad essere risolti con una normale attività consapevole della coscienza. Infatti, secondo M. Erickson, autore che ha radicalmente cambiato gli aspetti epistemologici ed esecutivi dell’ipnoterapia e della psicoterapia, la trance o lo stato ipnotico, è quella condizione/dimensione, in cui l’apprendimento e la propensione al cambiamento, hanno maggiore probabilità di verificarsi, in quanto è proprio in questo stato che opera l’attivazione di tutte le risorse più profonde ed inconsce di ciascuno di noi.

Le procedure attraverso le quali si possono indurre stati alterati di coscienza, definibili come procedue d’induzione ipnotica, sono numerose e varie e la loro scelta da parte dell’ipnoterapeuta dipende sia dalle caratteristiche personologiche del paziente sia dai fini terapeutici che ci si prefigge di realizzare. Tali procedure si distinguono in tecniche dirette, tipiche dell’ipnosi classica in cui il terapeuta esercita una funzione direttiva nel processo d’induzione della trance, e tecniche indirette, tipiche dell’ipnosi ericksoniana in cui il paziente è soggetto attivo, partecipe e decisivo nel processo d’induzione ipnotica. Tali procedure indirette, particolarmente utili in soggetti resistenti, derivano dal concetto di trance naturale o trance di tutti i giorni. Fu infatti M. Erickson il primo a osservare e dimostrare che uno stato alterato di coscienza, di trance ipnotica, è un processo naturale che si verifica quotidianamente e continuamente durante le nostre attività giornaliere.

Le forme più naturali e frequenti di trance di tutti giorni sono, per esempio, quelle che si verificano quando sogniamo ad occhi aperti, quando il nostro sguardo è rivolto all’orizzonte, oltrepassando la parete che abbiamo di fronte, oppure fissiamo il volto della persona che ci parla, quando cantiamo, corriamo, facciamo l’amore con il nostro partner, quando siamo intenti a preparare un pranzo per un’occasione speciale, quando guidiamo la nostra automobile oppure culliamo il nostro bambino per farlo addormentare, ripetendo suoni, movimenti e parole ritmiche e monotone. In tutti questi casi, quotidianamente, sperimentiamo uno stato di trance naturale e spontanea, durante il quale il nostro processo di pensiero cosciente è transitoriamente sospeso a vantaggio di un lavoro onirico, immaginativo, inconscio di cui non siamo consapevoli, o lo siamo solo in parte.

 

Aspetti clinici e risvolti terapeutici

Come accennato in precedenza, l’induzione di una trance ipnotica può essere attuata attraverso procedure più o meno standardizzate, favorite e determinate dall’abilità del terapeuta, dalla predisposizione della persona, e dal clima di fiducia che si instaura tra i due attori del processo terapeutico. Consente di ottenere numerosi, rapidi e notevoli benefici nella sfera psico-fisica del paziente.

I campi in cui viene utilizzata questa nobile ed efficace arte terapeutica sono i più numerosi e disparati, e vanno da quelli propri della medicina clinica a quelli della  psicoterapia.

A titolo puramente esemplificativo indicherò di seguito alcuni campi di applicazione dell’ipnosi clinica, premettendo tuttavia che ogni forma di disagio, più o meno lieve, e ogni richiesta di miglioramento e potenziamento delle performances personali (ad esempio nello sporto o nel lavoro) può beneficiare di un positivo apporto dell’ipnosi, favorendone la completa risoluzione oppure una elevata riduzione degli aspetti sintomatologici:

  • Trattamento dei pazienti odontroiatrici (ortodonzia);
  • Disturbi funzionali gastrointestinali;
  • Disturbi dell’apparato respiratorio;
  • Controllo del dolore, sia come una riduzione dello stesso che come vera e propria forma di anestesia;
  • Preparazione alla gravidanza ed al parto;
  • Disturbi collocabili della sfera psicosomatica;
  • Disturbi dell’umore;
  • Disturbi d’ansia;
  • Fobie
  • Disturbi del comportamento alimentare;
  • Dipendenze da sostanze e comportamentali;
  • Disessuafazione tabagica;
  • Disturbi della sfera sessuale;
  • Forme di blocco, crisi e difficoltà esistenziali;
  • Trattamento integrato dei disturbi di personalità.

Come detto in precedenza, l’elenco è solo esemplificativo, e niente affatto esaustivo, in quanto lo strumento ipnotico è un eccellente ausilio, all’interno di una terapia di più ampio raggio, per lo scioglimento e la risoluzione dei blocchi profondi e dei sintomi più o meno invalidanti che possono emergere nel corso della terapia, o anche semplicemente un momento di approfondimento apportatore di una consapevolezza profonda, equilibrata e funzionale della propria persona. 

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